Tra cinquant'anni, quando tutto questo sarà passato, passato, del tutto, e i corpi saranno polvere, e l'inchiostro sbiadito, quando il destinatario avrà da tempo raggiunto il mittente (sarò io la prima lettera che arriverà a destinazione!), quando le lettere di Rilke diverranno semplicemente le lettere di Rilke - non a me, ma a tutti; quando io mi sarò disciolta in tutto e - è questa la cosa più importante! - quando non mi saranno più necessarie le lettere di Rilke perchè avrò tutto Rilke.

Non devono essere pubblicate senza permesso. Senza permesso e cioè prima del termine. Finchè il destinatario sarà qui e il mittente lì, non potrà esserci risposta...

Quelle sette lettere che stanno qui nel mio cassetto (che fanno la stessa cosa che fa lui, cioè non lui, ma il suo corpo, giacchè le lettere non sono pensiero, ma corpo del pensiero) -
quelle sette lettere che stanno nel mio cassetto con le sue fotografie e l'ultima Elegia, le do a chi verrà dopo di me.

Non le darò, le do adesso. Le avranno altri quando nasceranno. E quando loro nasceranno io me ne sarò già andata. Sarà il giorno della resurrezione del suo pensiero nella carne...

Così, fedele al mio dovere e alla mia gelosia, non avrò nè tradito nè occultato.